INCONTRO DEL PAPA CON GLI ANZIANI
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Piazza San Pietro
Domenica, 28 settembre 2014
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Vi ringrazio di essere venuti così numerosi! E grazie della festosa accoglienza: oggi è la vostra festa, la nostra festa! Ringrazio Mons. Paglia e tutti quelli che l’hanno preparata. Ringrazio specialmente il Papa Emerito Benedetto XVI per la sua la presenza. Io ho detto tante volte che mi piaceva tanto che lui abitasse qui in Vaticano, perché era come avere il nonno saggio a casa. Grazie!
Ho ascoltato le testimonianze di alcuni di voi, che presentano esperienze comuni a tanti anziani e nonni. Ma una era diversa: quella dei fratelli venuti da Qaraqosh, scappati da una violenta persecuzione. A loro tutti insieme diciamo un "grazie" speciale! E’ molto bello che siate venuti qui oggi: è un dono per la Chiesa. E noi vi offriamo la nostra vicinanza, la nostra preghiera e l’aiuto concreto. La violenza sugli anziani è disumana, come quella sui bambini. Ma Dio non vi abbandona, è con voi! Con il suo aiuto voi siete e continuerete ad essere memoria per il vostro popolo; e anche per noi, per la grande famiglia della Chiesa. Grazie!
Questi fratelli ci testimoniano che anche nelle prove più difficili, gli anziani che hanno fede sono come alberi che continuano a portare frutto. E questo vale anche nelle situazioni più ordinarie, dove però ci possono essere altre tentazioni, e altre forme di discriminazione. Ne abbiamo sentite alcune dalle altre testimonianze.
La vecchiaia, in modo particolare, è un tempo di grazia, nel quale il Signore ci rinnova la sua chiamata: ci chiama a custodire e trasmettere la fede, ci chiama a pregare, specialmente a intercedere; ci chiama ad essere vicino a chi ha bisogno… Gli anziani, i nonni hanno una capacità di capire le situazioni più difficili: una grande capacità! E quando pregano per queste situazioni, la loro preghiera è forte, è potente!
Ai nonni, che hanno ricevuto la benedizione di vedere i figli dei figli (cfr Sal 128,6), è affidato un compito grande: trasmettere l’esperienza della vita, la storia di una famiglia, di una comunità, di un popolo; condividere con semplicità una saggezza, e la stessa fede: l’eredità più preziosa! Beate quelle famiglie cha hanno i nonni vicini! Il nonno è padre due volte e la nonna è madre due volte. In quei Paesi dove la persecuzione religiosa è stata crudele, penso, per esempio, all’Albania, dove mi sono recato domenica scorsa, in quei Paesi sono stati i nonni a portare i bambini a essere battezzati di nascosto, a dare loro la fede. Bravi! Sono stati bravi nella persecuzione e hanno salvato la fede in quei Paesi!
Ma non sempre l’anziano, il nonno, la nonna, ha una famiglia che può accoglierlo. E allora ben vengano le case per gli anziani… purché siano veramente case, e non prigioni! E siano per gli anziani, e non per gli interessi di qualcuno altro! Non ci devono essere istituti dove gli anziani vivono dimenticati, come nascosti, trascurati. Mi sento vicino ai tanti anziani che vivono in questi Istituti, e penso con gratitudine a quanti li vanno a visitare e si prendono cura di loro. Le case per anziani dovrebbero essere dei "polmoni" di umanità in un paese, in un quartiere, in una parrocchia; dovrebbero essere dei "santuari" di umanità dove chi è vecchio e debole viene curato e custodito come un fratello o una sorella maggiore. Fa tanto bene andare a trovare un anziano! Guardate i nostri ragazzi: a volte li vediamo svogliati e tristi; vanno a trovare un anziano, e diventano gioiosi!
Però esiste anche la realtà dell’abbandono degli anziani: quante volte si scartano gli anziani con atteggiamenti di abbandono che sono una vera e propria eutanasia nascosta! E’ l’effetto di quella cultura dello scarto che fa molto male al nostro mondo. Si scartano i bambini, si scartano i giovani, perché non hanno lavoro, e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico "equilibrato", al centro del quale non vi è la persona umana, ma il denaro. Siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto!
Noi cristiani, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, siamo chiamati a costruire con pazienza una società diversa, più accogliente, più umana, più inclusiva, che non ha bisogno di scartare chi è debole nel corpo e nella mente, anzi, una società che misura il proprio "passo" proprio su queste persone.
Come cristiani e come cittadini, siamo chiamati a immaginare, con fantasia e sapienza, le strade per affrontare questa sfida. Un popolo che non custodisce i nonni e non li tratta bene è un popolo che non ha futuro! Perché non ha futuro? Perché perde la memoria, e si strappa dalle proprie radici. Ma attenzione: voi avete la responsabilità di tenere vive queste radici in voi stessi! Con la preghiera, la lettura del Vangelo, le opere di misericordia. Così rimaniamo come alberi vivi, che anche nella vecchiaia non smettono di portare frutto. Una delle cose più belle della vita di famiglia, della nostra vita umana di famiglia, è accarezzare un bambino e lasciarsi accarezzare da un nonno e da una nonna. Grazie!
DOVE LA FAMIGLIA E’ UNITA NEL NOME DI GESU’, EGLI E LI’
LA FAMIGLIA, PRIMA SCUOLA DI FEDE
COSA E’ LA FEDE
(CONTENUTO ED ADESIONE)
1 - "Quali sono i luoghi dove matura una vera educazione alla pace e alla giustizia? Anzitutto la famiglia, poiché i genitori sono i primi educatori. La famiglia è cellula originaria della società. «È nella famiglia che i figli apprendono i valori umani e cristiani che consentono una convivenza costruttiva e pacifica. È nella famiglia che essi imparano la solidarietà fra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l’accoglienza dell’altro» [1]. Essa è la prima scuola dove si viene educati alla giustizia e alla pace". Benedetto XVI – Messaggio Giornata Mondiale della Pace 2012.
2 - Un risveglio di missionarietà alla scuola di Madeleine Delbrêl.
Mons. Michele Castoro, arcivescovo della Diocesi di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo nella celebrazione di APERTURA dell'ANNO della FEDE, invita a un risveglio di missionari età, citando Madeleine Delbrêl: "Le comunità umane attendevano i loro apostoli: quegli apostoli eravamo noi e invece noi abbiamo pensato che potessero essere altri. Il cristiano oggi o è missionario o è di- missionario
3 - Carissimi, il principale servizio che la Chiesa fa alla nostra terra, al nostro Gargano, è la forza della sua fede in Cristo. Le nostre città hanno bisogno di una Chiesa veramente, profondamente, coraggiosamente credente. È la fede della Chiesa che rende presente Cristo dentro la storia, dentro le vicende umane delle nostre città. E senza il nostro impegno, il popolo prima o poi si ritrova tentato di seguire la mentalità del mondo, di seguire gli idoli del nostro tempo. Madeleine Delbrêl (1904-1964), donna di profonda vita mistica, diceva: i cristiani o sono missionari, o sono di-missionari! Suo riferimento era la Francia di quegli anni, ormai allontanatasi dalla fede cristiana. Fu in tale clima che M. Delbrêl disse: "In ambiente ateo, per vivere bisogna evangelizzare. Gli ambienti atei, quando uno ci vive, impongono una scelta: o missione o dimissione cristiana" ( M. DELBREL, La gioia di credere, tr. it. Gribaudi ed., Milano 1997 3, p. 192). In un testo del 1943, che però, come tanti suoi altri, è stato pubblicato postumo: Missionnaires sans bateau (Missionari senza battello), Ella si riferisce ancora alla Francia dei suoi anni e scrive: "Un giorno, questo paese dirà, anch’esso, « Dio è morto ». E noi lo avremo ben lasciato morire. Forse perché non avremo visto nella Francia « una terra di missione », non avremo pensato di partire come missionari nella nostra terra: chi nei campi, chi nel proprio villaggio, che nel proprio quartiere. Le comunità umane attendevano i loro apostoli: quegli apostoli eravamo noi e invece noi abbiamo pensato che potessero essere altri (M. DELBREL, Missionari senza battello tr. it. Messaggero, Padova 2004, p. 36). Occorre allora un risveglio della missionarietà della nostra Chiesa. (Cattedrale di Manfredonia, 10 ottobre 2012).
4 - La fede nasce dall’ascolto.
DOVE LA FAMIGLIA E’ UNITA NEL NOME DI GESU’.EGLI E’LI’, LA FAMIGLIA PRIMA PORTA DELLA FEDE.
Parlare oggi di famiglia in una società sempre più individualista, dove ognuno sembraritagliarsi il suo spazio, il suo pensiero, il suo credo, le sue relazioni personali, non è semplice; farlo da cristiani è ancora più impegnativo. BAUMANN definisce tali comportamenti la conseguenza di una "società liquida", dove tutto sembra apparentemente privo di consistenza. In una società globalizzata, la persona è sempre più isolata, occorre ripensare e rieducarci alla bellezza della relazione in quanto dono e non solo calcolo, interesse. Il Santo Padreper sottolineare i 50 anni dal concilio ha voluto proclamare l’anno in corso "ANNO DELLA FEDE". Certamente è fondamentale capire in chi credere? E in che cosa?
GESU’ E’ IL VERBO INCARNATO… una fede stupore, che ci lascia visibilmente presi da un Dio traboccante d’amore che sceglie in principio di creare l’uomo a Sua immagine e somiglianza ponendolo al vertice della creazione. Ma questo Amore si dilata ancora di più nel momento in cui sceglie di incarnarsi, di farsi uomo. DAL MOMENTO CHE DIO SI E’FATTO UOMO IN GESU’, DEVE NASCERE IN CIASCUNO DI NOI IL DESIDERIO DI CONOSCERLO, ASCOLTARLO ESEGUIRLO.
DIO E’ AMORE, E INFINITA TENEREZZA E CONTINUA PROVVIDENZA
"l’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente. E perciò Cristo Redentore rivela pienamente l’uomo a se stesso."(Giovanni Paolo II, Redemptorhominis, 10)
Gli orientamenti pastorali della chiesa italiana insistono sull’urgenza dell’educazione…tanto da aver investito su questo un intero decennio. Il rischio più alto per noi cristiani è quello di pensare all’emergenza educativa partendo dai lontani….ai giovani "senza fede"…sottovalutando la nostra tiepida fede, il nostro perbenismo, il nostro andare avanti per tradizione. La situazione di oggi ci spinge urgentemente ad una verifica continua di noi cosi poveri di una formazione adeguata e di un amore vero, concreto a fatti…non solo a parole, sporcandosi le mani . Dobbiamo domandarci :
CHI E’ GESU’ PER ME? MI FIDO DI LUI? SE E’ PER ME UN "AMICO DIFFICILE" O RIESCO SERENAMENTE A CONDIVIDERE LA MIA ESISTENZA CON LUI? SE OLTRE A LUI RIESCOAD APRIRMI ANCHE CON I MIEI FRATELLI?
IL VERO CREDENTE E’ COLUI CHE DEFINISCE SE STESSO IN RELAZIONE ALL’ALTRO… QUEST’ULTIMO E’ FONDAMENTALE NELL’EDUCARCI ALL’AMORE VERO,A CREDERE NELLA FORZA DELLA VITA, NEL MIGLIORARSI VICENDEVOLMENTE LUNGO IL CAMMINO…SOSTENENDOSI.
DOBBIAMO EDUCARCIIN QUESTA STAGIONE IN CUI CIASCUNO PENSA SOLO AL DESTINO INDIVIDUALE CHE SIAMO ECCLESIA CHE CI SALVIAMO SOLO INSIEME IN UNO STILE DI COEDUCAZIONE .
BEN.XVI ragionando del "NOI" a fronte della cultura dell’ "IO" in cui siamo immersi, ci esorta alla difficile sfida della comunione , avendo cura gli uni degli altri. Oggi siamo chiamati ad una pedagogia inclusiva…un vero cristianesimo include e non esclude .Gesù ci invita ad amarci ma va anche oltre ci chiede di amare anche i nemici.
GESU’ NEL RELAZIONARSI SEMBRA ESSERE DI TUTTI E AL TEMPO STESSO DI NESSUNO IN PARTICOLARE.
Il viaggio più faticoso è quello che porta l’uomo al centro del proprio cuore; il più lungo, quello che conduce alla casa di fronte; il più serio, quello che porta all’incontro con Dio (Don Tonino Bello).
SPIEGARE COSA NON E’ COMUNIONE (non è buonismo, essere uguali, ecc….la bellezza della diversita’ verso una prospettiva terza…il cocostruire)
5ª Festa della Famiglia
(Parrocchia San Lorenzo Maiorano)
Si ripresenta, anche quest’anno, la Festa della Famiglia, giunta alla quinta edizione, che si terrà presso l’istituto Sacro Cuore, in via Scaloria 154, domenica 20 gennaio 2013.
Il Gruppo Famiglie della Parrocchia Cattedrale “San Lorenzo Maiorano” di Manfredonia, nello spirito di incontro e confronto con le altre famiglie, crede in questi momenti di festa perché “specie oggi che la famiglia è in crisi, per i cristiani è importante testimoniare il suo valore fondamentale e aggregante, come luogo in cui si impara ad amare, a pregare e a vivere“.
“Quali sono i luoghi dove matura una vera educazione alla pace e alla giustizia? Anzitutto la famiglia, poiché i genitori sono i primi educatori. La famiglia è cellula originaria della società. «È nella famiglia che i figli apprendono i valori umani e cristiani che consentono una convivenza costruttiva e pacifica. È nella famiglia che essi imparano la solidarietà fra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l’accoglienza dell’altro» [1]. Essa è la prima scuola dove si viene educati alla giustizia e alla pace”. Benedetto XVI – Messaggio Giornata Mondiale della Pace 2012.
In questo tempo, anche accogliendo lo stimolo offerto dal Papa con la proclamazione dell’Anno della Fede, è bene chiedersi come oggi la famiglia stia svolgendo il suo ruolo di «scuola di fede» per le future generazioni.
Domenica 20 gennaio, secondo il programma che si trova affisso all’ingresso della chiesa Cattedrale, sarà l’occasione per meditare su questa importante missione della famiglia, per pregare in famiglia per la famiglia e festeggiare la famiglia perché dove c’è famiglia, c’è festa, gioia e allegria.
La festa avrà inizio alle ore 10, con il saluto dell’arcivescovo, Mons. Michele Castoro, che introdurrà l’incontro tenuto dai coniugi Piergiorgio e Stefania Pastorelli, della Pastorale Familiare della diocesi di Oria, in provincia di Brindisi, sul tema: “La famiglia, porta della fede”. Seguirà, alle ore 12, la celebrazione eucaristica presso la Chiesa dell’Istituto Sacro Cuore, a cura del parroco della Cattedrale, don Fernando Piccoli.
Nel pomeriggio, presso la palestra dello stesso istituto, alle ore 16, si svolgerà la premiazione del concorso di disegno e di poesia sul tema “La preghiera è ringraziamento, lode, atto di fede. Come si prega nella mia famiglia”. A seguire sono previste alcune esibizioni di intrattenimento artistico e musicale. Anche quest’anno la partecipazione al concorso è stata numerosa e ricca di spunti per riflettere.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
Gruppo Famiglie Parrocchia Cattedrale
4ª Festa della Famiglia
(Parrocchia San Lorenzo Maiorano)
Carissimi lettori, siamo lieti di invitarvi alla quarta edizione della Festa della Famiglia che si terrà il 29 gennaio 2012.
“Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa.
La Sacra Scrittura ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un'esistenza pienamente umana.
Ai nostri giorni, purtroppo, l'organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico”
(Benedetto XVI, dal Messaggio del 23.8.2010)
Dobbiamo riuscire a ritrovare il gusto del tempo, imparare il piacere di una sosta, mentre tutto corre attorno a noi; imparare a vivere il tempo senza l'angoscia “di ammazzarlo” riempiendoci di attività ma riscoprirne il regolare scorrere guardando all'Eternità.
Ecco perché è importante la partecipazione di più famiglie, il giorno 29 c.m., con nonni, genitori e figli, per trascorrere insieme una bella giornata “in famiglia”, testimoniando la gioia dell’incontro con il Risorto.
IL PARROCO E IL GRUPPO FAMIGLIE
Si è svolta la 4ª Festa della Famiglia come da programma, domenica mattina tutti alla Santa Messa alle 9.30 poi con tutte le famiglie ci siamo ritrovati vicino alla sala "Valentino Vailati", i genitori hanno incontrato Mons. Luigi Renna rettore del seminario regionale di Molfetta, sul tema:
"La Famiglia e il ritmo del tempo fra la festa e il lavoro"
Mentre i figli accompagnati dalle catechiste, hanno giocato un pò in piazza Giovanni XXIII e dopo si sono ritrovati tutti in San Benedetto.
All'ora di pranzo abbiamo raggiunto i locali del Sacro Cuore presso le Suore Discepole di Gesù Eucaristrico, dove abbiamo condiviso con tutte le famiglie un'ottima lasagna, un arrosto meraviglioso e tantissime cose buone. Il divertimento è continuato con la premiazione del 4° concorso parrocchiale di disegno e poesie sono stati premiati i vincitori, la serata è stata contornatata da canti e balli da sala.
Guarda la galleria fotografica...
Carissimi,
sentito l’Arcivescovo ed il Vicario per la Pastorale, consultati i Carabinieri di San Giovanni Rotondo, comunico che la Festa dei Fidanzati è stata rinviata.
Per questa sera è prevista un’altra ondata di neve e pericolo di ghiaccio sull’asfalto.
Ci dispiace, era tutto pronto ma la sicurezza viene prima di tutto.
Un saluto, don Vincenzo
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2ª Festa dei Fidanzati
Diocesana
Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo
Carissimi Vi invio la mail di don Vincenzo per la prossima festa dei fidanzati e la Veglia di preghiera per la vita. Dalla Cattedrale partiremo alle 15,15, in modo da arrivare per tempo.
Ci vedremo a San Giovanni Rotondo sabato prossimo, 4 febbraio, il Santuario di San Pio (Auditorium Maria Pyle dalle ore 16,00 alle ore 18,00 per la festa dei fidanzati e Chiesa Inferiore dalle ore 18,00 alle ore 19,00 per la Veglia di preghiera aperta a tutti).
FESTA DEI FIDANZATI: è aperta ai fidanzati che, frequentando i percorsi formativi, celebreranno il Matrimonio nel corso dell'anno e, naturalmente, alle equipe che li accompagnano.
Ci sono poi tanti fidanzati che frequentano le nostre comunità o che conosciamo, seguiamo personalmente: per loro può esere l'occasione di un approfondimento del grande Vangelo del Matrimonio e di una presa di coscienza del valore comunitario del fidanzamento.
L'invito, poi, può essere aperto alle coppie giovani che frequentano il gruppo famiglia o a cui ci piacerebbe proporre un cammino di formazione, lo scorso anno erano presenti oltre 200 coppie di fidanzati: perchè non proporre loro un altro momento di festa e formazione è non pensino che, celebrato il matrimonio, tutto è finito?.
VEGLIA DI PREGHIERA: In molte comunità già è presente il Gruppo Famiglia e, comunque, questa può essere l'occasione per inziare un cammino.
Nonostante il periodo invernale e l'ora, penso che non mancherete. Vi ricordo ancora la presenza di
SUOR VIRGINIA BERETTA
SORELLA DI SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
che ci presenterà l'esperienza di amore alla vita della Santa."
fate girare l'invito nei cenacoli e tra i giovani fidanzati che conoscete.
Preghiera della famiglia
O Dio,
che nella Sacra Famiglia
ci hai lasciato
un modello perfetto
di vita familiare
vissuta con fede e obbedienza
alla tua volontà,
ti ringraziamo
per la nostra famiglia.
Concedici la forza
di rimanere uniti nell'amore,
nella generosità e nella gioia
di vivere insieme.
Aumenta l'amore e la fedeltà
in tutte le coppie, soprattutto
in quelle che attraversano
momenti di sofferenza
o difficoltà.
Effondi la tua grazia
e la tua benedizione
su tutte le famiglie del mondo.
Uniti a Giuseppe e a Maria,
te lo chiediamo per Gesù Cristo,
tuo Figlio, nostro Signore.
Amen
Beata la famiglia
Beata la famiglia
aperta alla vita
che accoglie i figli
come un dono,
valorizza la presenza
degli anziani,
è sensibile ai problemi
di chi è povero
e sofferente.
Beata la famiglia
che trova il tempo
per dialogare e
fare festa insieme.
Beata la famiglia
che prega insieme
e affida a Dio problemi
e speranze.
Beata la famiglia
in cui i contrasti
non sono un dramma,
ma una palestra
per crescere nel rispetto,
e nel perdono vicendevole.
Beata la famiglia
dove regna la pace:
in essa si radica
la pace del mondo.
Beata la famiglia
che non è schiava
della televisione e seleziona
programmi costruttivi.
Beata la famiglia
che si impegna a costruire
un mondo più umano.
Beato il papà
Beato il papà che chiama alla vita
e sa donare la vita per i figli.
Beato il papà per il quale i figli
contano più degli hobby e delle partite.
Beato il papà
che cresce insieme ai figli
e li aiuta a diventare
se stessi.
Beato il papà
che sa pregare
con i figli
e confrontare la vita
con il Vangelo
Beato il papà convinto che un sorriso
vale più di un rimprovero,
uno scherzo più di una critica,
un abbraccio più di una predica.
Beato il papà che non teme
di essere tenero e affettuoso.
Beato il papà che sa capire
e perdonare gli sbagli dei figli
e riconoscere i propri.
Beato il papà che non sommerge
i figli di cose, ma li educa
alla sobrietà e alla condivisione.
Beato il papà
che non si ritiene perfetto
e sa ironizzare sui propri limiti.
Beato il papà che cammina con i figli
verso erizzonti aperti all'uomo,
al mondo, all'eternità.
Beata la mamma
Beata la mamma che chiama alla vita
e sa donare la vita per i propi figli.
Beata la mamma
consapevole che i figli
non sono una propietà,
ma un dono per il mondo.
Beata la mamma
che sa educare
con tenerezza e fermezza.
Beata la mamma
che educa alla gratuità.
al perdono, alla tolleranza.
Beata la mamma
che vive con i figli
esperienze di rispetto,
di condivisione, di solidarietà.
Beata la mamma
che sa pregare con i figli
e confrontare la vita
con il Vangelo.
Beata la mamma
che veglia sui figli
lasciando che seguano
la propria strada.
Beata la mamma
che insegna ai figli
a essere migliori
e non i migliori.
Beata la mamma
convinta che i figli
sono semi di un futuro
ricco di speranze.
Beati i bambini
Beati i bambini,
perchè l'ha affermato Gesù:
"Lasciate che i bambini vengano a me:
di quelli come loro è il regno dei cieli".
Beati i bambini
perchè sono il sorriso
del mondo, il segno
di vita che incarna
l'amore di Dio e
l'amore di un uomo
e di una donna.
Beati i bambini
desiderati, accolti, amati,
accompagnati nella loro crescita
umana e cristiana,
perchè nel volto di chi li circonda
scoprano lo sguardo benevolo di Dio.
Beati i bambini
indesiderati, poveri, malati,
privati dello stupore dell'infanzia,
se il nostro cuore è capace
di accoglierli con i loro problemi.
Beati, perchè l'amore di Dio
ha un disegno su ognuno di loro
e non li dimentica, così come una madre
non può dimenticare il propio figlio.
Beati i bambini
a cui viene anninciato Gesù
e il suo Vangelo,
perchè l'incontro con Lui
è luce e forza
nel cammino della vita.
Beati i bambini
perchè sono il frutto del mondo,
i protagonisti della storia a venire,
il seme di una nuova umanità.
Beati i ragazzi
Beatii ragazzi
che rispettano e amano
il padre e la madre.
Serenità e gioia
li accompagneranno.
Beatii ragazzi
che cercano la verità
anche con fatica,
e la seguono.
Il coraggio li farà grandi.
Beatii ragazzi
che sanno essere amici leali.
La solitudine non li toccherà.
Beatii ragazzi
che conoscono se stessi,
migliorano i punti deboli
e fortificano la loro positività.
Avranno una vita felice.
Beatii ragazzi
che sanno rinunciare
a ciò che piace per il bene altrui.
Saranno contenti.
Beatii ragazzi
il cui rapporto con Dio
è sempre aperto e disponibile.
Sentiranno sempre
la paternità di Dio.
Beatii ragazzi
che sanno ridere,
riflettere, riconciliarsi,
ricominciare.
Diventeranno capaci
di rinnovare la loro vita.
Beato chi ama la pace
Beatochi costruisce la pace
iniziando da se stesso,
dalla propria famiglia
e dalla comunità in cui vive,
per irradiarla
nel mondo intero.
Beatochi ama la pace
e la assume come stile di vita.
Beatochi non si accontenta
di parlare di pace
ma ne copmpie le opere:
Dove c'è odio porta amore.
Dove c'è offesa porta perdono.
Dove c'è discordia porta unione.
Dove c'è vuoto di ideali
porta progetti di vita.
Dove c'è ingiustizia porta la giustizia.
Dove c'è povertà porta la solidarietà.
razzismo porta fratenità.
Dove c'è incomprensione
porta dialogo.
Dove c'è intollarenza
porta benevolenza.
Dove c'è ira porta dolcezza.
Dove c'è violenza porta mitezza.
Dove c'è guerra porta pace.
Dove c'è carenza di amore
porta tenerezza.
Dove c'è morte porta la vita.
Beatochi, attuando anche una sola
di queste dimensioni di pace,
diventa "costruttore di pace",
perchè Gesù lo chiamerà "figlio di Dio".
Beati i tolleranti
Beato chi sa guardare gli altri
con gli occhi di un amico
e accoglie ogni persona
senza pregiudizi di cultura,
di religione o di razza.
Beato chi non coltiva rancori,
non dà peso a parole e gesti sgraditi,
e non costringe gli altri a vivere
secondo le sue abitudini.
Beato chi comunica con dolcezza
ascoltando le ragioni degli altri,
sopratutto quelle dei più deboli.
Beato chi è tollerante con se stesso
e convive serenamente
con i propri limiti e con quelli degli altri.
Beato chi si impegna
a vivere in armonia con familiari,
i vicini, i colleghi, gli estranei,
superando le inevitabili difficoltà
insite nelle relazioni umane.
Beato chi sa cogliere
il valoredelle differenze
che caratterizzano ogni uomo
e ogni donna del nostro pianeta,
perchè esse manifestano il "nome"
con il quale Dio chiama ciascuno di noi.
Beato chi coltiva in cuore il sogno
che, lasciando emergere i "coilori"
delle nostre differenze,
vedremo apparire in cielo
un grande arcobaleno
segno do fraternità e di pace,
che vestirà di luce e di festa
il mondo intero.
Beati quelli...
Beati quelli
che spengono le brame
del possedere e non si adagiano
sulle sicurezze del potere,
matureranno frutti di libertà
e vivranno lieti nella speranza
dei beni eterni.
Beati quelli
che non si lasciano guidare dall'ira
e possiedono la mansuetudine,
domineranno se stessi
e stabiliranno relazioni
di rispetto e di fratenità.
Beati quelli
che sanno dare
un senso al dolore,
saranno consolati da Dio.
Beati quelli
che desiderano
e promuovono il bene,
vedranno il loro impegno
sostenuto da Colui
che è pienezza di grazia.
Beati quelli
che guardano le miserie altrui
con occhi di compassione,
purificheranno il loro sguardo
e si apriranno alla generosità.
Beati quelli
che con animo pacificato
si impegnano
a comporre le devirgenze,
genereranno concordia
e testimonieranno
che la pace è possibile.
Beati quelli
che percorrono vie
di giustizia e di pace
e insegneranno a seguirle,
incontreranno sul loro commino Gesù
che per amore ha dato la vita per noi.
...Crediamoci...